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La Storia dell’ANGET

L’Associazione nacque all’indomani della prima guerra mondiale. La sua denominazione era Associazione Nazionale dell’Arma del Genio (ANAG).

Dal 1931 diede vita ad un periodico mensile intitolato “Santa Barbara”. Il suo primo Presidente fu il Generale Borgatti, illustre storico militare. fondatore del Museo storico dei Genio, che sollecitò anche il monumento all’Arma inaugurato a Roma nel 1925 in Castel S. Angelo e trasferito successivamente in Piazza Maresciallo Giardino.

Nel 1934, l’Associazione prese il nome di Reggimento GenioMario Fiore”. Ciò voleva significare la continuità del servizio del cittadino verso la Patria, dalla ferma di leva fino a tutto il lungo periodo del congedo.

I tragici eventi che dal 1940 al 1945 sconvolsero l’Europa, il Mondo, ed in particolare la nostra penisola, posero fine alla vita del reggimento, ma non a quella dell’Associazione che ritrovò in alcuni gruppi autonomi a Napoli, a Venezia, a Milano ed a Roma, la più genuina missione di mantenere vive le tradizioni dell’Arma e lo spirito di fratellanza fra coloro che ne avevano fatto parte in guerra come in pace. Rinato il Paese dopo il travaglio della Resistenza e della Liberazione, rimarginate le più gravi ferite e ricomposte nelle più ordinate strutture le Forze Armate, il Generale Jacoe cominciò l’opera di coordinamento dei gruppi sparsi, in cui lo spirito sano dell’Associazione si era mantenuto intatto.

Nel 1953, il Generale Tirelli, succedutogli, riuscì ad indire presso il Rgt. Genio Pontieri, un imponente convegno Nazionale da cui, nel 1954, doveva sorgere l’Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori d’Italia (ANGET). Lo stesso Generale Tirelli venne acclamato 1° Presidente Nazionale. Messosi alacremente all’opera, cominciò a dotare l’ANGET di un regolare Atto Costitutivo di Associazione, a cui venne riconosciuta “Personalità Giuridica” con D.P.R. 18 giugno 1954, con regolare approvazione del suo Statuto. Gli successe il Generale Amoroso che aveva ricoperto la carica di Ispettore dell’Arma, dopo essere stato, durante il periodo della Liberazione, anche Ministro dei Trasporti. Sotto la sua Presidenza, dal 1959 al 1966, si moltiplicarono le iniziative e le manifestazioni, sia al centro, sia in periferia. Il Notiziario assunse la denominazione de “IL GENIERE”.

Nel 1961, in occasione del centenario dell’Unità d’Italia, nel 1961, fu organizzato un importante raduno Nazionale a Torino. Le 95 Sezioni dell’ANAG del 1932 (di cui 4 in territorio oggi non più facente parte della Repubblica) erano già divenute 123 nel 1960. A questo incremento diedero un forte contributo le Regioni settentrionali.

Nel 1965 fu realizzato a Monterosi di Viterbo un Sacrario a ricordo del sacrificio del Sottotenente del Genio Ettore Rosso e dei 4 genieri e 2 cavalleggeri che con lui si sacrificarono, il 9 settembre 1943, per sbarrare il passo ad una colonna tedesca in marcia verso Roma. Fece corona all’inaugurazione un apposito raduno nazionale (Vedi “Descrizione del Fatto d’arme”).

Dal 1966 al 1973 fu il Generale Gonella a presiedere l’Associazione. Si diede mano alla revisione ed all’approvazione definitiva del nuovo Statuto di cui il Generale Amoroso aveva gettato le basi. Si curarono e si svilupparono le relazioni con le corrispondenti Associazioni estere, particolarmente Francesi e Belghe, con interventi di rappresentanze a vari livelli a raduni dei Liaisons a Bordeaux, Parigi e Bruxelles e dei Sapeurs a Grenoble, Lione e Chambery. Si affrontò infine il problema dei “Gruppi di Specialità” che si erano già naturalmente costituiti per mantenere le tradizioni che esaltano, in seno all’Arma, le molte specialità così diverse fra loro, mentre la crisi di valori che investiva il Paese rendeva sempre più difficile il dialogo con le giovani generazioni. Si cercò di ovviare alla situazione con vari provvedimenti: si incrementarono i raduni regionali e interregionali, coordinando le varie iniziative in modo che non si sovrapponessero nel tempo. Uno di essi veniva scelto ogni anno per una manifestazione “di risonanza nazionale”, con larghe rappresentanze di altre regioni.

Nel 1968 un tono particolare venne dato, al raduno di Vittorio Veneto in occasione del cinquantenario della Vittoria.

Nel 1971 la Marina Militare si dotava di una nuova unità a cui fu imposto il nome “Geniere” che già aveva contraddistinto un precedente cacciatorpediniere. Una sottoscrizione tra i soci dell’ANGET, fornì la quota necessaria per l’offerta di una splendida Bandiera di combattimento. Sul cofano il motto suggerito dall’Ispettorato dell’Arma del Genio, “per omnia asperrima” racchiuso tra lo stemma della Marina Militare ed il fregio dell’Arma del Genio. Per la solenne cerimonia svoltasi a Venezia, la delegazione del Veneto organizzò un riuscitissimo raduno di “Risonanza Nazionale”.

Nel 1973 successe alla Presidenza il Generale Di Casola, deceduto dopo poco più di un anno dalla sua elezione, proprio nel giorno del grande raduno Nazionale indetto per celebrare il centenario della nascita di Guglielmo Marconi. Al vertice dell’ANGET venne allora chiamato il Generale Giuliani che si trovò a dover affrontare il diminuito interesse, soprattutto dei giovani, verso le istituzioni in genere e pertanto anche verso le forme di associativismo patriottico. Allo scadere del mandato triennale, venne eletto Presidente Nazionale il Generale Puliti, mentre qualcosa già stava cambiando nel Paese e le Forze Armate, con il Genio e le Trasmissioni in particolare, guadagnavano prestigio grazie ai concorsi forniti nel corso di calamità nazionali. In questo contesto il Consiglio nazionale ANGET maturò una più moderna ed incisiva linea di azione incentrata sui temi della Protezione Civile e venne chiamato alla Presidenza il Generale Frizzale. La Protezione Civile fu il tema del Raduno Nazionale di Castel Maggiore che segnava la rinascita dell’Associazione. La prima iniziativa completa fu l’istituzione di un gruppo di radio-operatori volontari. Il periodico dell’Associazione (oggi “Notiziario”) intanto assumeva la nuova denominazione di “ANGET” (dal n° 4/1982) e riceveva un ulteriore impulso nel 1989, sotto la guida del Vice Direttore, Generale Carlo Gaspardone.

Nel 1986 veniva eletto Presidente Nazionale il Generale Giuseppe Calamani che per nove anni dedicava la sua attività ad incrementare lo spirito di solidarietà tra i soci, l’amore per la Patria e la spinta verso forme di attiva partecipazione alla vita del Paese nel campo della Protezione Civile. Il successivo Presidente, dal 1995 al 2001, Generale Vittorio Bernàrd concretava d’impeto tale spinta sancita dal nuovo Statuto (4 nov. 1997) e sottoscriveva una convenzione con il Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri in cui all’ANGET, riconosciuti gli obiettivi statutari in tale settore, nonché la particolare qualificazione tecnica nel campo dell’ingegneria civile e delle telecomunicazioni, venivano affidati particolari compiti (vds. Il precedente paragrafo). La pubblicazione sul Notiziario Nazionale (n° 1 e 2 del 1996) del “Manuale – Guida sul Servizio Nazionale della Protezione Civile per i Soci ANGET”, opera del Vicepresidente Nazionale Generale Guido Martinelli, è la conferma della nuova strada intrapresa dall’Associazione.

Nel 2001 la Presidenza dell’ANGET passava nelle mani del Generale Luigi Campagna mentre rimanevano come Vicepresidenti il Generale Vittorio Bernard ed il Generale Guido Martinelli. Inoltre, assumeva l’incarico di Segretario Generale il Generale Carlo Mittoni, con Vice Segretario il Generale Alberto Clava. Il Generale Carlo Gaspardone manteneva la vicedirezione del “Notiziario ANGET”.

Così strutturata, la Presidenza Nazionale ha continuato a perseguire gli obiettivi precedentemente individuati aggiungendone di nuovi per mantenersi a contatto con le esigenze delle Forze Armate e con gli impegni del Paese. Le attività sono indirizzate verso le seguenti cinque vie fondamentali:

  • mantenere sempre più vivo lo spirito di appartenenza alle gloriose Armi del Genio e delle Trasmissioni;
  • collaborare, ai vari livelli, nelle attività di Protezione Civile;
  • svolgere opera di sostegno materiale e psicologico a favore dei volontari nella nostra Forza Armata;
  • contribuire, con la raccolta e l’invio di materiali per aiuti umanitari, alle operazioni di pace svolte fuori dal territorio nazionale dalle Unità del nostro Esercito;
  • contribuire con il Gruppo HDIG (Humanitarian Demining Italian Group) alla bonifica del territorio da ordigni esplosivi, soprattutto con l’addestramento di personale idoneo allo scopo, in ogni parte del mondo ove questa opera possa essere richiesta.